Ecco a voi una fiaba direttamente dal Brasile.
sfondo-desktop-pappagallo-514Un tempo, il pappagallo non era come oggi, e gli Indios Guaranì lo chiamavano Curimim, che vuol dire bambino.
Ogni giorno, Curimim se ne andava a caccia nella foresta insieme a suo padre, armato di arco e di frecce che si fabbricava da solo, utilizzando il legno degli alberi della grande foresta.
Qualche volta, poi, andavano a pescare nei fiumi che scorrono nella foresta, e Curimim, che era piccolo, prendeva pesci piccoli, mentre suo padre, che era grosso, prendeva pesci grossi come i dorados o i pacus.
Quando tornavano alla loro casa di legno e paglia, arrostivano il pesce sulla brace e tutta la tribù mangiava riunita. Se c’era molto, mangiavano molto, e se c’era poco, mangiavano poco: ma tutto era sempre diviso in parti uguali. Curimim, però era terribilmente goloso, e cercava sempre di mangiare più degli altri. Fu per questo, dicono, che diventò un pappagallo.
Un giorno, come sempre, Curimim andò a pescare con suo padre, mentre sua madre coglieva frutta nella foresta. A lui la frutta piaceva moltissimo, e qualche volta aiutava la mamma a riempire la cesta, perché sapeva arrampicarsi sugli alberi come nessun altro.
Quel giorno sua madre era proprio contenta perché aveva trovato un bel po’ di frutta, e appena tornò a casa la mise ad arrostire sulla brace.
Curimim, che camminava davanti a suo padre, tornò indietro di corsa perché aveva sentito il buon profumo della frutta arrostita, e cominciò a mangiarla senza nemmeno chiedere il permesso.
Ma, a furia di ingozzarsi, la polpa, bollente gli andò di traverso e Curimim si mise a tossire sempre più forte, finché la sua tosse diventò un rauco “Cra-cra”. La frutta gli era rimasta incastrata in gola, e Curimirn cominciò a storcere la bocca, che si trasformò in becco, e ad allungare il collo, che gli si ingrossò come il gozzo di un uccello.
E, finalmente, quando il boccone andò giù, a Curimim venne un tremendo prurito:
tutto il suo corpo si stava coprendo di penne verdi e di altri vivaci colori! Poi si sentì leggero leggero, alzò le braccia, che erano diventate ali, e scoprì che poteva volare. Curimim era diventato un pappagallo.
Allora, aprì le ali colorate e andò a posarsi in cima ad un albero, facendo cra-cra con la sua nuova voce rauca.
Qualcuno, però, dice di averlò visto tornare giù e ridiventare un piccolo Indio. Ma questa è un’altra storia…